12 nuovi brani inediti che si muovono nell’ambito di un rock n roll classico in stile Beatles, Little Richard, Chuck Berry , con aggiunta di note sporche dal sapore british/garage. Un genere energico e ballabile. The Gentlemen For A Night!
Somethin’ wrong with Ruby “ è un concept album che descrive la nascita e la crescita di una generazione , a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta , educata al rock ‘n’ roll e allo spensierato stile di vita che esso propone ; contemporaneamente alla nascita di un nuovo “ vorace ” sistema economico atto ad un consumismo sfrenato . L’ album racconta in chiave metaforica, antifrastica e ironica il ruolo chiave che ha avuto il rock n roll nell’ affermazione di questo sistema che ancora oggi influenza le nostre vite . Il racconto , all’ interno dell’ album , è diviso in due capitoli . Lo spensierato primo capitolo “ Space invaders to spoil the party “ narra dell’ improvvisa comparsa sulle scene dei gentiluomini guastafeste , i “ Gentlemen killjoys “ che si pongono , di fronte a tutti i giovani , come modello di cambiamento , novità e svecchiamento . In “ Bloody Ruby “ incontriamo il secondo ( e più emblematico ) personaggio del concept . Bloody Ruby è la femme fatale , Bloody Ruby è il sogno che incanta . Essa è la meravigliosa vetrina che , con la sensuale promessa di “ Kiss kiss kiss Her “ rende appetibile e accettabile ogni mutamento . Dall ’ arrivo dei gentiluomini inizia un lieve processo di emulazione da parte del pubblico . “ Goin’ wild ( in a gentle suit ) “ parla appunto di ciò : nascono la cultura e lo stile di vita rock ‘n’ roll . Il secondo capitolo , intitolato “ The rama lama be bop and other scary tales “ , si apre con “ 1962 bang bang “ : un vano tentativo di resistenza ad una metamorfosi che sempre più si rivela smodata e priva di misure. Avvicinandosi alla fine del concept ci si accorge sempre più di come la “ Faster Town “ , la città cresciuta velocemente e a dismisura e ormai irriconoscibile , si sia trasformata in un luogo senza identità e sempre più ostile ai suoi abitanti . L’ album si conclude con la traccia “ Rama lama be bop “ che celebra l’ ormai compiuta massificazione e l’ appiattimento di ogni forma di diversità , uniformando tutti : “ everybody’s doin’ the rama lama be bo”